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Giovedì, 21 Novembre 2024
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La Fondazione Enzo Hruby per Expo Milano 2015

Il Padiglione della Santa Sede protetto grazie alle più avanzate tecnologie di sicurezza e di videosorveglianza

Expo santasedeUn punto fermo attorno a cui ruotano le aree espositive delle altre nazioni. Così è stato immaginato il Padiglione della Santa Sede a Expo 2015. Un padiglione che è sorto a metà del Decumano, al centro dell'area espositiva e che con i suoi 360 metri quadri si è contraddistinto per essere il più piccolo di tutti e anche quello chiamato a comunicare in maniera più profonda la valenza spirituale del nutrimento che si associa a quella materiale e concreta.
Il messaggio evangelico è stato affidato alle scritte in acciaio poste sulle pareti esterne con le parole "non di solo pane" e "dacci oggi il nostro pane" tradotte in 13 lingue. Un messaggio che all'interno non ha necessitato invece di traduzione perché la narrazione delle dimensioni tematiche legate al cibo - ecologica, economica/solidale, educativa e religiosa/teologica – è stata affidata al linguaggio universale delle immagini, attraverso video, installazioni e opere d'arte. Un linguaggio universale che ha raggiunto l'apice della bellezza nel capolavoro dell'Ultima Cena di Tintoretto esposta all'interno del Padiglione. In questo luogo così denso di significato, nato per un evento globale che è stato visitato ogni giorno da migliaia di persone per tutta la durata di Expo Milano 2015, la sicurezza assume un valore fondamentale, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo.
Nell'ambito delle proprie attività volte alla tutela del patrimonio culturale italiano e alla diffusione della cultura della sicurezza, la Fondazione Enzo Hruby ha sostenuto gli oneri per la realizzazione di un importante progetto di protezione del Padiglione della Santa Sede, nel quale sono state impiegate le più avanzate tecnologie antintrusione e di videosorveglianza. Per una corretta protezione antintrusione, sono stati installati contatti magnetici e rivelatori volumetrici a doppia tecnologia - microonde e a raggi infrarossi - collegati ad una centrale di ultima generazione gestita da tastiere touchscreen. Il sistema antintrusione è stato integrato con un avanzato sistema di videosorveglianza che permette di controllare i flussi di visitatori, composto da telecamere bullet ad alta definizione Full HD e con visione notturna grazie ad illuminatori infrarosso integrati. Le telecamere, predisposte per eseguire algoritmi di analisi video utili all'individuazione di eventuali intrusioni o di oggetti abbandonati all'interno delle aree di interesse, sono state collocate in punti strategici in modo da garantire una copertura completa senza zone d'ombra. In particolare, due delle telecamere installate erano preposte al controllo dell'Ultima Cena di Tintoretto. Le immagini riprese dalle telecamere sono state registrate 24 ore su 24 e inviate in tempo reale al personale preposto alla sicurezza, dotato di dispositivi mobili collegati in modalità wireless.
L'augurio è che un progetto di così grande rilievo, per il quale sono state impiegate le più moderne e avanzate tecnologie di sicurezza e di videosorveglianza, possa rappresentare anche uno stimolo per diffondere la cultura della sicurezza e le innumerevoli possibilità che oggi la tecnologia offre, con costi accessibili, per la protezione dei beni ecclesiastici, che costituiscono oltre il 70% dell'intero patrimonio culturale italiano e che sono particolarmente esposti ai rischi di sottrazione e di atti di vandalismo.