Nuovi occhi elettronici per La Fenice
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Enzo Hruby il Teatro diventa modello di riferimento per la sicurezza delle strutture e degli spettatori attraverso le tecnologie più avanzate
La Fenice ha occhi nuovi. Sono quelli delle telecamere di videosorveglianza installate nell’ambito del progetto sostenuto dalla Fondazione Enzo Hruby. Dopo essere già intervenuta negli scorsi anni a Venezia per sostenere la protezione della Fondazione Giorgio Cini e della Caserma Madalena, la Fondazione Hruby ha avviato una collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice per sostenere un progetto pluriennale destinato all'implementazione e all'adeguamento del sistema di videosorveglianza del Teatro.
Le prime due fasi dei lavori, realizzate dalla società Umbra Control di Perugia, azienda Amica della Fondazione, si sono concluse e hanno permesso l’aggiornamento funzionale e tecnologico di parte dell'impianto con due obiettivi: l’adeguamento degli apparati e degli strumenti di controllo e gestione e l’incremento della copertura di determinate aree. Gli interventi, in particolare, hanno riguardato la sostituzione di numerose telecamere esistenti in diverse zone del Teatro, sia all'interno sia all' esterno, con nuove telecamere di ultima generazione connesse in rete, installate nel massimo rispetto della struttura architettonica e dei manufatti esistenti. È stata inoltre implementata parte dell’architettura di rete, tenendo in considerazione il progetto complessivo. Nella sala di controllo è stata realizzata una postazione di lavoro costituita da un client con due monitor per la visualizzazione e la gestione dei flussi video live e registrati. Tutti i componenti del sistema hanno un’alimentazione di supporto costituita da gruppi ausiliari UPS offerti dalla società Riello UPS che, in caso di mancanza di rete, garantiscono autonomia all'impianto.
Una parte dell’importante progetto destinato alla protezione del Teatro La Fenice è stata realizzata grazie al contributo del 5x1000 devoluto alla Fondazione Enzo Hruby nel 2015.
«Dietro alla meraviglia di uno spettacolo o di un concerto sublimi – dichiara Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby – ci sono sempre una macchina scenica e una struttura organizzativa e impiantistica assolutamente precise e affidabili. In questo discorso rientra il tema della sicurezza, che deve ovviamente essere ai massimi livelli in un contesto come il Teatro La Fenice, che è fruito quotidianamente da centinaia di spettatori e che è uno dei più importanti e prestigiosi luoghi di spettacolo in Italia. E’ per noi una grande soddisfazione aver attivato questa importante collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice, che ha dimostrato una sensibilità non comune verso il tema della sicurezza e della protezione del proprio straordinario Teatro in una logica di analisi e prevenzione dei rischi».
«Per un teatro come il nostro – aggiunge Andrea Erri, direttore generale della Fondazione Teatro La Fenice – la sicurezza è una priorità, quanto lo sono la qualità della produzione artistica e l’apprezzamento degli spettatori. Un luogo come la Fenice, terzo luogo culturale della città di Venezia per frequenza di visitatori, ha la necessità di essere salvaguardato e protetto, anche in virtù del patrimonio culturale che rappresenta, tanto straordinario quanto fragile. Per questo siamo molto grati alla Fondazione Enzo Hruby, che ha da tempo intrapreso una preziosa collaborazione con il nostro Teatro, e ci auguriamo che questa partnership si consolidi e amplifichi sempre più . Siamo inoltre convinti che la cultura della sicurezza debba essere perseguita con grande vigore e condivisa quale principio fondamentale soprattutto con le nuove generazioni, perché la bellezza che abbiamo l'onore di vivere ogni giorno a contatto con il Teatro più bello del mondo ci appartiene, e abbiamo la responsabilità di lasciarla a chi verrà dopo di noi».
Nell’anno 2021 l’impegno della Fondazione Enzo Hruby per il Teatro La Fenice di Venezia è proseguito con un nuovo intervento predisposto nel corso della pandemia da Covid-19 per consentire la riapertura in sicurezza del Teatro, offrendo una protezione costante e sempre attiva destinata a tutelare la salute dei visitatori e del personale. Ciò è stato possibile attraverso appositi termoscanner finalizzati al rilevamento della temperatura corporea, progettati per impedire l’accesso in caso di temperatura superiore a 37.5 gradi e nel caso in cui la mascherina non sia correttamente indossata dall’utente.